Arcano 3: la carta della Dea dei Cieli nella cartomanzia

Arcano 3: la carta della Dea dei Cieli nella cartomanzia

“ O Creatura celeste, venuta per dare alla luce il Figlio delle Stelle.

O Dea smagliante di antico splendore. O Genitrice pregna ed ansimante, protesa a risalire le dune, uscita dalle acque del mare. O generosa Donna, abbracciata dal grande padre Oceano, fecondata dall’Albume cosmico. O Regina del Cielo, noi spettatori del tuo concepimento miracoloso ad opera del filamento della Vita, – quell’energia sottile che discende dalle Stelle e viene filtrata ed assorbita dal mare che la dispensa abbondante – ti cantiamo e ti celebriamo.

O Vergine Madre, noi, tuoi devoti discepoli, per le vie del Mondo andiamo ad annunciare l’Avvento di Colei che mostrerà il volto nascosto del demone malefico che si nasconde.

Insieme al Figlio delle Stelle, Noi Catari ripristineremo l’originario equilibrio, spalancheremo le Porte del Paradiso, e mostreremo la soave nudità del tuo corpo che non conosce l’avvilimento della vecchiaia. Noi, figli devoti degli Dei, siamo come le foglie mosse dal vento, e siamo il vento, che riposa sotto i chiostri del Tempo, siamo i poeti del Mondo Nuovo, i pietosi figli dei Catari, sparsi per il Mondo, alla ricerca di un paese innocente.”

La terza carta degli Arcani Maggiori

Sotto forma mitica l’Arcano allude al tema dell’incarnazione, della gestazione e della nascita di una nuova creatura. La Dea, coronata da un diadema di stelle, esce gravida dalle acque del mare, rammenta la mitica Venere ed indica il ruolo primario che la Donna esercita nel trasmettere la vita, oltre che tutto il fascino della bellezza femminile.

Per tre volte attiva la Dea è in piedi, cammina e trasmette la vita. Il capo della Dea è cinto da una corona, sulla cui punte sono poggiate tre stelle; la sua mano destra assicura uno scettro: uno scudo triangolare, entro il quale volteggia una piccola aquila, che rammenta i poteri della Dea, che, in virtù delle ampie ali di cui è dotata, può muoversi liberamente nel firmamento e sul Globo terrestre.

Solamente la Dea è in grado di assimilare e trasformare la preziosa energia contenuta nei corpi astrali e di dispensarla alle creature mortali che ne bisognano e la meritano. Se incarna tutte le potenzialità del Cielo, non è estranea alle vibrazioni dei corpi terreni e ciò le consente di armonizzare il sottile con il denso. Pertanto svolge una funzione di mediazione tra il piano astrale e quello materiale, mantiene i legami tra Cielo e Terra.

Ha deciso di lasciare i lidi di luce per immergersi nei flutti del mare: grande creatura acquosa che unicamente sa alimentarsi, inglobare e riflettere tutte le energie emanate dagli astri del firmamento. Le vitalissime facelle astrali penetrano nelle viscere acquose e fecondano la spuma del mare.

La Dea si è lasciata irrorare. Questa temporanea incarnazione nel Mondo le ha fatto perdere gran parte dei suoi attributi divini: le acque hanno dissolto la corona, lo scettro e le ali, ma in cambio hanno reso possibile una nuova vita.

Dell’antico splendore conserva le bionde chiome, lunghe e fluenti, che hanno il riflesso dello splendore del sole, mentre gli occhi sono ancora splendenti come due gemme di smeraldo. I venti sospingono le acque dell’Oceano sul litorale; altissime dune di sabbia ne sbarrano il passo e indicano là dove comincia il dominio della terra.

Sta risalendo lentamente il versante marino della bianca duna, un poco affaticata dal peso del corpo che affonda nella sabbia. La sua bellezza non è andata svanita. La tunica azzurra luminosissima, che avvolge la sua già visibile gravidanza, la rendono ancora più desiderabile.

Spiegazione

Il Numero 3 viene considerato il numero perfetto per eccellenza, in quanto consente il superamento dei dualismi antecedenti in una sintesi superiore e sublime.

La Dea si fa Donna, si incarna, passa dal Sottile al Denso e quindi perde alcuni dei suoi attributi divini che le sono serviti per concepire una creatura e che verranno riacquistati solamente dopo aver dato alla luce il Figlio delle Stelle. Siamo tutti Figli delle Stelle, nel senso che il filamento genetico è il frutto di una sapiente programmazione estranea al Caso e codificata dagli Dei, o essenze. Ciò che non è visibile nell’Arcano è altrettanto se non più importante di quello che esso mostra.

Il virtuoso processo che genera il Figlio delle Stelle testimonia che il Mondo non è stato lasciato in balia del Male, ma che la nascita di un emissario degli Dei è sempre possibile.

Ovviamente il Dio del Male questo lo sa perfettamente ed è costretto anche per questo a mimetizzarsi, a presentare la sua faccia buona e a diffidare di qualsiasi uomo riesca ad accostarsi a lui. Nel timore di essere scoperto il Male mostra soltanto il lato buono e costruisce la sua maschera migliore, ma è proprio l’ansia stessa, il timore di essere scoperto a generare una sorta di sospetto eterno e di conflittualità permanente. La caccia all’eretico, al diverso non è che una tappa di questo silenzioso conflitto che viene combattuto con mille astuzie e camuffamenti da parte del Dio delle Tenebre contro l’avvento del Figlio delle Stelle, la cui azione spalancherà le porte all’Apocalisse che vedrà il trionfo del Bene sulla Bestia.

La trasformazione delle energie sottili in materia organizzata costituiscono uno dei grandi Misteri a cui i Tarocchi alludono in maniera evidente proponendo una visione del Mondo politeistica e non monoteistica. Il flusso energetico maschile attivo delle Stelle è stato raccolto dal corpo femminile, dal disponibile recipiente della Dea, che nel proprio Figlio trasfonde tutte le proprie qualità. Concepimento, gestazione e parto sono tre operazioni impossibili senza l’auspicio degli Dei propizi. La Triade – Stelle, Dea, Figlio – trova una sua visualizzazione nella figura geometrica del triangolo che delimita uno spazio chiuso. La Dea gravida va vista come una figura altamente positiva, perché è dotata di un grande Amore verso tutte le creature, possiede doti spirituali, nonché belle forme corporee.

L’Arcano della Dea indica una gravidanza certa, imminente, la nascita comunque di qualcosa di importante in un futuro prossimo. Di solito apre la strada ad un progetto a lungo coltivato e che giungerà a buon esito, perché i flussi astrali sono sostanzialmente benefici.

L’Amore di questa Dea Venere, nata dalla spuma del mare, può assumere tutte le tonalità: da quello filiale, a quello più carnale. L’Amore della Dea è trasparente, solare, cristallino, puro, naturale, per nulla viziato da complicazioni intellettuali. E’ attrazione fisica spontanea, amore a prima vista, senza secondi fini, esente da limitazioni religiose e culturali. L’Amore della Dea è spontaneo, primitivo e non conosce Tabù.

La Dea immacolata ignora il Peccato di Adamo e la sua nudità è innocente. La Dea non sa cosa sia il pudore, perché non ha nulla da nascondere. Se la Vestale è depositaria di una Conoscenza prodotta artificialmente, la Dea è depositaria di un “Sapienza naturale”, che non è velata, o nascosta, ma sta di fronte agli occhi di tutti quelli che intendono‘vedere. Non è casuale che la Dea ostenti felice e soddisfatta la propria gravidanza. Sarà in grado di partorire sorridendo e senza provare dolore.

Solo dei fattori esterni negativi potranno inquinare la sua gioia e mettere in pericolo la gravidanza. La Dea nel Mondo scopre la propria fragilità di donna e sente il bisogno di protezione e di Amore.

Arcano maggiore 2: la Custode

Arcano maggiore 2: la Custode

Statuaria e sacrale nella postura, estranea agli effimeri accadimenti del quotidiano, una donna velata troneggia, seduta di fronte all’inaccessibile Tempio, dove sono custoditi i segreti della Conoscenza, trascritta su due impenetrabili Libri, sorretti da mani opaline.

A proteggerla una Sfinge che interroga i viandanti filosofi avventurati fino a quelle mitiche contrade di oscura Sapienza. – Non siamo noi forse le Voci, figlie dell’oscura Notte? – Non veniamo noi forse dalle sfere di Luce? – Non andiamo noi forse a risalire le pendici dell’arcobaleno? L’impenetrabile Vestale suscita in noi un’ atavica indecifrabile paura nascosta tra le pieghe della coscienza. Avremmo potuto crescere sapienti se avessimo avuto nostra madre accanto a farci carezze d’amore.

Conosciuta l’ebbrezza di Edipo, e risolto l’enigma proposto dalla Sfinge, avremmo potuto intendere quella presenza misteriosa, che vigila sul Tempio e sulla nostra coscienza, e spiegare per intero la storia del Mondo fatta di sopraffazioni e violenze di afflizioni e di morti; su cui i poeti hanno steso un velo di pietà, per rendere più degno il faticoso convivere ed ammantarlo nel fuoco sacro della poesia. Ci recheremo, peregrinando, al promontorio dei secoli per ascoltare la Voce dell’ultimo tra i figli di Edipo.

Solamente allora sapremo edificare novelle parole d’amore, ammansire la Sfinge e la sua guardiana, e decifrare i segni oscuri del Tempio della Conoscenza.

La carta della Custode

Un monolito, vagamente a forma di Numero 2, giganteggia sullo scosceso pendio che conduce al Tempio della Conoscenza. Una Sfinge, apparentemente mansueta, adagiata in terra, al lato di una specie di sedile che sporge dal monolito, vigila l’ingresso del Tempio.

La sua natura ambigua e misteriosa, animalesca ed umana insieme, non può che incutere rispetto. Se un occasionale viandante dall’animo impuro tentasse di profanare quel sacro sito ne sarebbe immediatamente atterrito e fuggirebbe via in preda al panico più profondo.

Se invece dalla sua avesse come alleata un’elevata spiritualità in grado di proteggerlo, riuscirebbe ad ascoltare la Voce della Sfinge che eternamente pone le tre fatidiche domande, a cui i pensatori di tutti i tempi si sono sforzati invano di dare una risposta coerente.

Il monolito poggia su una distesa di lava nera solidificata, che già di per sé costituisce un ostacolo che sbarra il passo di chi, per caso, si aggira senza una meta precisa in quei paraggi. Anche la Luce pare arrestarsi, intimidita ed imponente, di fronte al Tempio che è illuminato soltanto per metà.

La colonna di sinistra è di un azzurro simile al cielo e sembra essere permeata dalla stessa sostanza dell’Aria. La colonna di destra pare essere stata ricavata dalla lava vulcanica ed è circondata dalle tenebre più profonde della Notte.

Introversa, passiva, severa, senza sfarzo, indifferente alla quotidianità, la Vestale del Tempio della Conoscenza, assume una posa statuaria. Immobile e pensosa non sembra disposta a comunicare col mondo circostante e neppure appare propizia a diffondere il Sapere di cui è depositaria e che custodisce in due Libri sorretti da entrambe le mani.

La misteriosa ed impenetrabile Vestale personifica l’Arcano nella sua forma più pura. E’ lei che in silenzio gestisce il Sapere ed alimenta il Mistero.

La Vestale è guardiana emblematica non solo del Sapere trascritto sui Libri, ma innanzi tutto è la guardiana della coscienza, nel senso che la parte conscia della psiche è vigilata dalla parte inconscia. Il dualismo conscio – inconscio è un riflesso della sua natura, un’emanazione della sua persona.

E’ la Vestale che ospita l’inconscio collettivo, che gli dà la possibilità di esistere in Lei ed in qualsiasi creatura. Il mistero inaccessibile costituisce infatti la linfa vitale che consente all’inconscio di essere e di non-essere, di stare sospeso a metà tra la luce e la notte, di farsi ascoltare e di non farsi trovare. La Vestale “sa di Sapere”, ma preferisce occultare la Verità che è disseminata in moltissimi Libri. Ogni Libro è una Voce discordante con le altre.

Per il Mago invece tutto è potenzialmente chiaro: sa, vuole Sapere ed è disposto a far partecipi i migliori delle sue scoperte. L’Unità coerente ed originaria del Mago si è frammentata, suddivisa nella immensa biblioteca, fitta di dualismi, dove ogni Libro interpreta un aspetto della verità, ma non la possiede interamente. La Vestale enuncia la scissione dell’Uno, annuncia ogni tipo di Dualismo.

Gli Elementi maschili e femminili coesistenti nell’androgino Numero 1, ora si sono differenziati e vivono separatamente uno di fronte all’altro, come le due colonne del Tempio che tangibilmente esprimono i dualismi universali più comuni: il giorno e la notte, il Bene e il Male, il fattore positivo e quello negativo, il conscio e l’Inconscio, il maschile e il femminile e tanti altri ancora. Nell’Arcano della Vestale i dualismi non sono risolti, ma si fronteggiano pronti a produrre un effetto finale, che sarà dato dal risultato dell’incontro – scontro delle rispettive polarità. La natura della Vestale è pregna di dualismi, li conosce, li controlla, ma tende a mantenerli separati. Nella Vestale le connotazioni sessuali femminili predominano, ma le pulsioni sessuali vengono deviate in piaceri intellettuali, che talora scivolano verso le perversioni più celebrali.

La Vestale, per temperamento, tende all’isolamento mistico, al fanatismo esoterico, al culto dell’Occulto; la sua cerchia di affetti è di tipo particolare, elitario, i suoi iniziati sono pochi e rari.

Se il Sapere, in quanto tale, è innato ed originario e non dipende da apporti e contributi esterni; la Conoscenza, intesa come prodotto culturale, è frutto dell’azione di coloro che gestiscono ed amministrano la “sacralità” del Libro. I depositari e custodi di tale sacralità sono i sacerdoti, i profeti, i filosofi, i re, i quali costituiscono una casta a parte, detengono il Potere culturale, sociale, politico ed economico. Al di sotto vivono, del tutto emarginati dal meccanismo culturale, gli individui ordinari, gli schiavi.

Il Popolo degli Scriventi domina in tutti i sensi il Popolo dei Parlanti. Il Sapere della Sfinge è di tipo mitico. Il suo Sapere atterrisce perché è autentico, profondo, Inconscio e non è il frutto di una manipolazione culturale. Sa di Sapere, ma non fa partecipare nessuno ai grandi Misteri. Lo “sposalizio” Vestale – Sfinge è il connubio tra l’Inconscio e tutti i meccanismi di controllo della coscienza, di cui il Libro è chiaramente il più importante e sofisticato prodotto. Se i dualismi permanessero eterni senza confrontarsi e trovare un superamento reciproco, il Numero 2 produrrebbe un immobilismo universale.

La Sfinge appare quale la gelosa custode di un Sapere esclusivo a cui il Popolo dei Parlanti non deve accedere in modo alcuno. La funzione della Sfinge appare quella di scoraggiare gli uomini comuni.

Secondo il mito greco è la Sfinge che propone ai passanti l’Enigma che nessuno riesce a risolvere e che solo Edipo svela. “Chi siamo? Donde veniamo? Dove andiamo?” Edipo risponde: – Non siamo noi forse le Voci, figlie dell’oscura Notte? Non veniamo noi forse dalle sfere di Luce? Non andiamo noi forse a risalire le pendici dell’arcobaleno? Edipo è il sapiente anomalo, il diverso e il Popolo degli Scriventi vede in lui un pericolo per il Potere che essi detengono, di cui la Vestale è depositaria. La soluzione che Edipo fornisce del celebre enigma della Sfinge non è stata trascritta seriamente su nessun Libro, perché essa renderebbe vuota ogni Biblioteca e spodesterebbe per sempre il Popolo degli Scriventi.

Qui è stata trascritta nella forma che ci sembra più ovvia, più immediata, meno celebrale possibile, perché tale è l’essenza stessa del Sapere, mentre la Conoscenza ha attributi molto più complicati, meno naturali, che è difficile trasmettere, per le barriere che intervengono nel processo di comunicazione interpersonale. Gli ‘scriventi’ hanno attribuito ad Edipo il ruolo terribile dell’incestuoso e con ciò lo hanno bandito dal convivere civile. Edipo, sempre secondo la versione degli ‘scriventi’, sconta la condanna degli Dei, puntello della morale corrente, che non gli perdonano di avere peccato ed infranto il Tabù dell’Incesto, ma soprattutto lo condannano per essersi avvicinato alla loro Verità, svelando l’enigma della Sfinge.

Dunque penetrare nel Tempio della Conoscenza dagli ‘scriventi’ viene considerato un peccato paragonabile a quello dell’Incesto. L’Arcano Numero 2 dice molto di più di quello che è scritto comunemente sui Libri; anzi capovolge il senso comune: svela una trama segreta di chi ha coniato il Tabù dell’Incesto per complicare maledettamente la Conoscenza e oscurare per sempre il sapere originario.

La persona più indicata a raccontarci della nostra origine è la Madre, la sola capace di rispondere con naturalezza agli interrogativi proposti dalla Sfinge. Amare la propria Madre, può equivalere a conoscere le proprie Origini, ma le Leggi scritte nei sacri testi – prodotti dagli ‘scriventi’ – vietano l’una e l’altra cosa. Edipo, per caso, si badi bene, e non per volontà, secondo il mito greco, passa attraverso le due esperienze in una successione non naturale: la Conoscenza e l’Amore; ma non riesce a correlarle, anzi si lascia travolgere dalla disperazione che intende rafforzare il Tabù nella coscienza collettiva.

Qualcuno ha voluto affidare la Conoscenza agli uomini superiori e questi l’ hanno trascritta sui Libri, dopo esserla andata a cercare entro il Tempio che la nasconde. Ma anche i Libri riproducono l’inganno del Tempio.

Del resto se la Verità fosse nota non ci sarebbe ragione di scrivere Libri e di sostenere che essi parlano della stessa sapienza di Dio. Senza il divieto, voluto dall’Inconscio, di acquisire consapevolezza sulle proprie Origini non ci sarebbero più Libri, ovvero civiltà, l’Uomo sarebbe semplicemente rimasto fermo allo Stato di Natura. Il Dualismo insito nell’Arcano della Vestale è quello allo stato puro tra l’Amore e la Conoscenza. Generalmente si dice che la strada verso l’Amore esclude quella verso la Conoscenza; concetto che pare riproposto dall’Innamorato, l’Arcano Numero 6, che rimane affascinato dai due percorsi e non riesce a decidere tra i due.

Il quarto arcano: l’imperatore del mondo

Il quarto arcano: l’imperatore del mondo

Il suo Domino incontrastato è la terra quadrata, ancora prima che il soffio del vento le desse l’impulso del movimento e la grazia arrotondata della donzella.

La sua Dimora è la montagna di fuoco e di lava che pare inghiottire anche il mare e fa tremare le fondamenta del Mondo. La sua Mano è nera come il carbone e possente come un macigno; il suo Occhio vede anche attraverso le nebbie ed illumina le tenebre con il chiarore del fulmine.

Il suo Trono è una scultura bianca di marmo di Paro: un cubo perfetto che fonde i quattro elementi primordiali impressi a lettere d’oro, come segni d’alchimista ordinati a comporre un geroglifico. La sua Voce pare essere ovunque e nessuna barriera riesce a fermarla perché assume a tratti l’aspetto del Vento, della Terra, dell’Acqua e del Fuoco. I suoi Ordini sono Legge perfino nelle contrade più sperdute e sulla scorza degli alberi c’è una visibile impronta della sua Autorità.

La sua Forza risiede nei numeri della Cabala costruiti sull’aureo quadrato: 4 < 8 < 16 Il suo orecchio sa udire la Voce degli Dei artefici della cosmogonia. “Tutto è Avvenuto nella Risacca dell’Oceano Tutto è Alimentato dalla Ruota Occulta Tutto è Avvolto nei Ricordi Oscuri Tutto è Annunciato dal Ritmo delle Onde.” Accompagnano in coro l’eco di T…. A…. R…O i genuflessi figli dei Catari

Qual’è il significato della carta dell’imperatore?

4 sono i gradini che precedono il trono dell’Imperatore. Nel mezzo di ciascun gradino di pietra spicca un quadrato di marmo, diviso in quattro parti uguali dalle sue diagonali, che formano come tante piramidi a base quadrata viste dall’alto.

Ciascuna ‘piramide-prospettica’ ha una coloritura differente: una di marmo completamente bianco, un’altra totalmente scura, una con i triangoli orizzontali bianchi e quelli verticali scuri, un’altra viceversa con i triangoli orizzontali scuri e quelli verticali bianchi; ciascuna è contrassegnata dai quattro simboli alchemici dell’aria, dell’acqua, della terra e del fuoco, ripetuti quattro volte ciascuno. Secondo il calcolo cabalistico 4 = 1 + 2 + 3 + 4 = 10 = 1 + 0 = 1 il quattro contiene e riassume in sé l’apice del concreto, ovvero il dieci, e l’apice della spiritualità, ovvero l’uno.

La stessa natura del 4 poi si riflette nella figura geometrica della piramide, che é quaternaria nella sua base, ternaria nei suoi lati, binaria nella sue diagonali di base, unitaria nel suo vertice: sintesi e tutto del corpo geometrico. Queste ‘piramidi-prospettiche’, simboleggiano il potere dell’Imperatore ripetuto quattro volte, secondo una logica cabalistica che trova applicazione anche nella struttura del trono, che, essendo perfettamente cubico, amplifica nello spazio la forma del quadrato ed esprime il consolidamento del quattro.

Simbolicamente i due triangoli bianchi esprimono una disposizione spirituale, creativa, i due scuri invece indicano un atteggiamento passivo, in grado di assorbire ogni influenza esterna. La disposizione dei triangoli, inscritti nei quadrati, e la relativa tonalità cromatica simboleggiano le quattro virtù della perfetta saggezza ermetica.

Il ‘volere’ è espresso da quattro triangoli bianchi, infatti colui che vuole deve sapere quello che cerca, per cui é doppiamente attivo. Il ‘sapere’ è espresso da quattro triangoli scuri, infatti colui che sa é doppiamente passivo perché non si lascia influenzare dai fattori esterni illusori e non si lascia sondare mentalmente da chi vuole appropriarsi del suo sapere senza esserne degno.

L’ ‘osare’ è espresso da due triangoli orizzontali scuri e da due verticali bianchi, infatti colui che osa é stimolato ad agire e reprime in sé le sensazioni di paura.

Il ‘tacere’ è espresso da due triangoli orizzontali bianchi e dai due verticali scuri, infatti colui che tace solo apparentemente non é attivo e non rivela i propri pensieri, ma nello stesso tempo é portato ad ascoltare le voci altrui. La forma del trono è perfettamente cubica ed è stata squadrata usando un solo blocco di marmo di Paro, candido come la neve.

Sulle quattro facce visibili del cubo sono stati incisi i quattro ideogrammi degli elementi fondamentali: il triangolo, con la punta rivolta verso l’alto, visualizza la fiamma che brucia ed indica il Fuoco; il triangolo, con la punta rivolta verso il basso, indica l’Acqua pronta ad essere versata nella coppa; l’Aria, assimilata alla vitalità del fuoco, è resa passiva da un tratto orizzontale; mentre la Terra, più vicina all’acqua, è solidificata ed appesantita da un tratto orizzontale.

L’elemento Fuoco è caldo e dinamico. Senza un principio caldo, una energia originaria la vita non si può sviluppare. Il Numero 1, il Mago, può benissimo essere assimilato al principio attivo del Fuoco. L’eguaglianza cabalistica 19 = 1 + 9 = 10 = 1 + 0 = 1 ci conferma che il Sole e il Mago in un certo senso si equivalgono.

L’elemento Terra è freddo e statico, questo può essere ricondotto al Numero 2, la Vestale custode di una Conoscenza di per sé inerte che ha bisogno di essere ravvivata dal Fuoco del Sapere originario del Mago. Si badi bene che è il raffreddamento del Fuoco a generare la Terra, ossia il 2 discende dall’uno. L’elemento Aria va visto come una forza generata dal Fuoco che è caldo e dalla Terra che è fredda. L’Aria è figlia del Fuoco, elemento maschile e della Terra, elemento femminile. Assimilabile al Numero 3, l’Aria si materializza nella forma della Dea. A sua volta l’Aria può essere ora calda ed ora fredda, a secondo dei casi.

L’Acqua, il 4 elemento completa gli elementi fondamentali della vita e a sua volta scaturisce dall’incontro della Aria calda con quella fredda. Fuoco, Terra, Aria ed Acqua definiscono il sistema Mondo di cui l’Imperatore è il simbolo. Assiso maestosamente sul trono l’Imperatore del Mondo estende il suo Potere assoluto e senza limiti sulle “cose materiali”.

L’autorità indiscussa dell’Imperatore viene esercitata sui vari Regni del Concreto . I feudatari minori e i vassalli gli devono obbedienza e rispetto. Senza di lui il Mondo cadrebbe nella ingovernabilità, in una progressiva anarchia disgregatrice, che inevitabilmente porterebbe al disordine e al Caos.

L’ideatore dei tarocchi

L’ideatore dei tarocchi

Il Vecchio Occultista osservò le ramificazioni triangolari dell’Albero della Cabala e le completò aggiungendovi tre radici ascendenti rivolte verso l’Ineffabile Nulla, poi rimase a meditare a lungo sull’energia sprigionata dai Numeri. Respirava lentamente, senza più sentire il corpo, come se fosse già fuori dall’affaticato peso della carne. La sensazione di leggerezza si trasferiva dalla mente, attraverso i muscoli e i nervi, a tutte le particelle. Il benessere aumentava lentamente, fino alla conquista di un’atarassia eterea, patrimonio degli dei antichi.

Quei Numeri, come un’onda rinfrescante, lo stavano bagnando e cullando. L’onda temporale lo riportava a ripercorrere le tappe della sua vita, fino a sentirsi feto nel ventre di sua madre.

Tornò alla realtà a fatica. Mise insieme i granelli delle proprie fibre, per ritrovarsi seduto dinanzi al grande tavolo fratino cosparso di penne d’oca, inchiostro, appunti e calcoli cabalistici. Le campane stavano annunciando il Vespro.

Tarocchi e la cartomanzia

Aveva terminato da poco il suo trattato sui Numeri. Prese tra le mani il manoscritto, come se si trattasse di un reperto archeologico raro e di inestimabile valore. Poi lo strinse forte al petto visibilmente emozionato, come avrebbe fatto con un figlio ritrovato, scomparso in circostanze misteriose e dato da tutti per morto.

Su quei fogli di pergamena l’essenza della vita era stata tracciata e diluita, condensata in un rivo d’inchiostro nero. Adesso finalmente tutto era chiaro. La luce della cabala faceva risplendere d’oro l’incunabolo che abbagliava la vista. La mente, ritemprata e rinvigorita, era uscita dalla lunga ignoranza. Il Silenzio aveva parlato. Per la prima volta ne aveva ascoltato la Voce.

Figlio di un ricco mercante di Lyon che acquistava dagli Arabi le preziose spezie orientali, indispensabili per dare sapore ai cibi e conservare le carni, il Vecchio Occultista non aveva ereditato lo spiccato senso degli affari del padre, quanto piuttosto la tenace volontà di esplorare nuovi orizzonti.

Viaggiando spesso da ragazzo col genitore ebreo, aveva imparato molte cose, tra cui i fondamenti della cabala giudaica, densa di mistica e di filosofia, poi aveva cominciato a frequentare maestri e discepoli di ogni nazione e aveva appreso il latino dei dotti, dibattuto questioni importanti.

Poi, contro la tradizione che lo vietava, aveva cominciato a sondare l’Ineffabile, con grande coraggio e spirito d’autonomia: dalla cabala era risalito all’analisi numerica dei Pitagorici e contemporaneamente aveva approfondito altre filosofie e conosciuto altre religioni, senza mai arrestarsi in nessuna.

Tale indipendenza culturale, sempre manifestata apertamente, gli era valsa l’ostilità del suo gruppo.

Il suo anticonformismo e la sua autonomia di pensiero lo avevano reso sospetto in varie città, dove si era fermato per vivere e che puntualmente aveva dovuto lasciare per non incorrere nel marchio dell’eresia e finire sotto processo in qualche tribunale ecclesiastico della nascente Santa Inquisizione. Sfuggito a molte persecuzioni, aveva pensato di essere bene accetto all’interno di quella nutrita e consolidata comunità di eretici che avevano fatto di Albi e Béziers la loro patria preferita.

Il Vecchio Occultista non era sfuggito alle suggestioni eretiche, ne aveva subito il fascino e l’influenza ed aveva conosciuto ‘convertiti’ che conducevano una vita totalmente diversa e divulgavano con fervore le nuove idee.

Aveva parlato molto con queste persone, condiviso certi ideali e i progetti di rigenerazione della corrotta società del tempo, ma sempre, di fronte al fanatismo e al rigore morale delle sette ereticali, aveva mantenuto una posizione critica ed indipendente, sostenendo che il Diavolo ama nascondersi dove meno ci si aspetta di trovarlo.

Per temperamento e voglia di sperimentare, da giovane l’Occultista aveva condotto una vita libertina che gli era valsa l’espulsione da diverse comunità e l’anatema dei santi uomini che vedevano in lui un’incarnazione di Satana.

Abile dissimulatore della propria ideologia, era riuscito a farsi ben accogliere dagli Albigesi grazie ad un libello contro il Papa che gli era costato una scomunica e che costituiva un poco il suo biglietto da visita e il suo lasciapassare.

Faceva la spola tra Albì, Lyon e Bèziers, perché il ‘triangolo eretico’, così fitto di misticismo e di stimoli spirituali, gli offriva un terreno fertile di studio. Negli ultimi anni si era definitivamente sistemato nella città di Bèziers dove il fenomeno degli indemoniati e degli invasati aveva assunto proporzioni allarmanti e dove era conosciuto per liberare, con l’imposizione delle mani, i posseduti dal Demonio, che riusciva a guarire grazie ai suoi ‘fluidi’.

Ciò che più lo affascinava negli Albigesi era la loro cosmogonia, secondo cui il mondo materiale era completamente opera di Satana, nel nome del quale ogni aspetto della vita mondana era condannato.

Legato negli ultimi anni alla sua città di Bèziers, per nulla al mondo si sarebbe separato da lei, dai cerchi magici, dai filtri miracolosi, dai rituali purificatori.

Non che la fiorente città fosse estranea a quello spirito d’intolleranza e fanatismo, che animava e corrompeva nel medesimo modo tutte le comunità religiose.

Solamente in virtù di una particolare contingenza politica, Bezièrs, insieme ad Albì, la candida città che non conosceva la macchia del peccato, era diventata il baluardo vivente della così detta eresia ed aveva finito per difendere ed abbracciare la causa di tutti coloro che, per una ragione o per l’altra, erano entrati in disaccordo con la Santa Romana Chiesa.

Il Vecchio Occultista, godendo di una relativa indipendenza e protezione, aveva potuto portare a termine la sua ‘ricerca’ contornato dall’affetto cordiale e dalla stima di alcuni intelligenti e audaci giovani collaboratori, con i quali si riuniva periodicamente.

Ora stava stringendo il frutto dei suoi lunghi e faticosi studi con l’atroce presentimento che il fragile manoscritto sarebbe caduto in mani nemiche.

Potenti ed ostili forze astrali si stavano coalizzando contro Bèziers e non per molto tempo ancora avrebbe potuto ammirare la creatura del suo intelletto capace.

Aveva visto già altre volte ardere il fuoco dei roghi purificatori e nelle faville aveva intravisto i frammenti della verità disperdersi, per ritornare all’indistinto, al grande Caos da cui tutto era emanato.

Era affranto dall’idea della distruzione della sua opera tanto amata, per mano di un’orda di intolleranti incapaci di confrontarsi con idee differenti da quelle che pretendevano d’imporre con la violenza arbitraria, giustificata in nome di sacri principi e di precise leggi divine.

Si sentiva isolato, impossibilitato a difendere il proprio pensiero, preso entro una cerchia di mura merlate che non avrebbero saputo resistere a lungo ad un assalto bene organizzato, guidato dalle forze più conservatrici della Chiesa di Roma.

Avvertiva anche, sempre più chiaramente, il peso della stanchezza accumulata nelle ultime notti, passate nella stesura del suo testo e, con una certa ansia, stava cercando una soluzione per garantire una forma d’immortalità alla sua opera: parto infelice della sua mente, già destinato alla consunzione della morte fin dal primo giorno della sua nascita.

Malgrado l’euforia della realizzazione e la profonda soddisfazione intellettuale, non riusciva a gustare pienamente di quel momento. Nella sua condizione di ‘veggente’, vedeva quello che il futuro avrebbe, di lì a poco, prodotto: la crociata contro gli Albigesi.

Il suo potere però non lo inorgogliva, ma lo rendeva fragile, come il filo d’erba piegato dal vento. Gli eventi lo incalzavano. Doveva trovare una soluzione che almeno garantisse una certa integrità al suo messaggio, affinché altri potessero raccoglierlo.

Percepiva lo scorrere del tempo sotterrato dai granelli della clessidra: sabbia del deserto, portata da qualche carovana araba, che lui aveva preservato, come ricordo di famiglia, probabilmente finita nelle mani di qualche intraprendente mercante ebreo, tre lustri prima.

Quella antica clessidra araba aveva accompagnato il peregrinare dell’Occultista e ad essa era unita la benedizione del padre, che aveva visto a malincuore partire suo figlio anzitempo, preda dell’orgoglio e delle frenesia della conoscenza.

I Numeri del suo Trattato lo rendevano più vivo, ne placavano l’inquietudine, gli davano un certo benestare interiore, ma uno sguardo alla vita disseminata nei granelli di sabbia gli rammentava la propria precarietà e, come un beduino lontano dall’oasi, si vedeva inseguire il miraggio della vita immortale.

Malgrado la sabbia finissima cadesse lentamente e a tratti paresse levitare in quello spazio angusto e lo scorrere delle ore desse l’impressione di congelarsi e sottomettersi a quel ritmo lieve e soave, quasi vellutato e impercettibile; l’Occultista sapeva che doveva sottrarsi al suadente miraggio creato dalla clessidra, che nascondeva l’avaro e tiranno Signore del Tempo, impietoso dilapidatore di progetti e speranze.

Era pressato da un ingranaggio infernale, oscuro, talora impalpabile, talora manifesto e per salvare dalla distruzione il suo manoscritto ipotizzava diversi stratagemmi, che poco dopo gli apparivano inconsistenti e ridicoli, senza alcuna possibilità di riuscita.

Tornò a riflettere sulla schema dell’Albero della Cabala che aveva da poco finito di tracciare, come per trarne un suggerimento, un’ispirazione. E meditando sulla natura dei Numeri, si lasciò vincere dalla stanchezza e cominciò a dormire profondamente.

Quella notte, la sua mente, completamente liberata da ogni condizionamento fisico, prese a viaggiare in un’altra dimensione, a percorrere tutte le possibili ramificazioni dell’Albero. Entrò da protagonista in una dimensione onirica molto differente da quella a cui era normalmente abituato.

Tutto aveva la caratteristica del sogno; gli ingredienti della sua ricerca stavano mescolandosi con alcuni episodi emblematici della sua vita, ma i colori, molto più reali di quelli dell’iride, vibravano d’intensa energia.

I fiori parevano vivi, gli alberi creature. Il muschio che ricopriva le pietre sorrideva e respirava insieme alla terra. E sovrano regnava un silenzio quieto, nitido, per nulla oscuro e minaccioso, che amplificava un’atmosfera serena, che rammentava antichi ricordi paradisiaci e rendeva più incomprensibile il tumulto dell’ordinaria quotidianità.

A tratti varie Voci percorrevano l’aria senza produrre vibrazione alcuna, al punto che sembravano nascere dal di dentro della coscienza. Voci che non incrinavano il Silenzio, ma lo rendevano più intelligibile.

Vide sfilare poi, come in un girotondo magico,i personaggi che riassumevano i ruoli più importanti della vita politica e sociale del suo tempo: il Gerofante infallibile, che amministra il divino nella coscienza dei fedeli e reprime il peccato dei trasgressori; l’Imperatore, cultore dell’alchimia, teso ad estendere il suo dominio sul Regno della Materia; l’Eremita filosofo che con la sua lanterna si fa luce entro le tenebre dell’ignoranza e vive come un girovago alla ricerca di un paese innocente; il Folle che percorre il Mondo scandalizzando i benpensanti con il suo comportamento eccentrico; la Donzella che con la sua forza interiore riesce a domare la ferocia del Leone; l’Innamorato, egualmente diviso ed affascinato dall’Amor Sacro e dall’Amor Profano; la Falce dell’invisibile Morte, che miete nel medesimo tempo vittime illustri e sconosciute; la Vestale della Conoscenza, custodita in un Tempio nascosto e ben vigilato; Temi, colei che amministra la Giustizia congiuntamente alle fedeli gazze; l’Appeso, vittima innocente del meccanismo repressivo, che accetta il supplizio e si sacrifica in nome di ideali superiori.

Conobbe potenti forze astrali: l’Imperatrice del Cielo, venuta sulla Terra per dare alla luce il Figlio delle Stelle; Hermes, messaggero degli Dei, alla guida del Carro del Sole; il Diavolo, che schiavizza gli umani attraverso gli appetiti sessuali; l’Alchimista che travasa dalla sua brocca un’energia vitale e inesauribile; la Sfinge, che governa la Ruota e conosce i destini di ogni creatura vivente.

Visitò le dimensioni del visibile e dell’invisibile: la Torre degli Alchimisti, la Città delle Stelle, la Città della Luna, la Città del Sole. Anticipò i segni premonitori dell’Apocalisse e la nascita di un Mondo completamente nuovo.

E in questo gioco onirico si immedesimò nella persona del Mago, maestro nella prestidigitazione, che nelle pubbliche piazze incanta i curiosi con i prodigi della sua arte. E il sogno non pareva mai avere fine. E a quelle creature oniriche, il Vecchio Occultista dette il nome di TAROCULI, perché attraverso i loro ‘occhi’ aveva potuto vedere lo sconosciuto mondo del dio Taro.

Il Vecchio Occultista aveva viaggiato, perso la dimensione dello spazio e del tempo.

Aveva ascoltato le Voci che popolavano il Mondo di Taro.
Aveva infranto il Silenzio e questo contava più di ogni altra cosa, perché aveva avuto l’opportunità, unica ed irrepetibile di vedere la realtà nella sua purezza originaria, senza veli, maschere, senza misteri.

Aprì le palpebre a fatica e molto lentamente. Il corpo era leggero. Percepiva il proprio respiro pacato, e qualche rumore ancora indistinto, lontano, ovattato.

Tutto che era intorno pareva tornare a nuova vita come dopo un lungo letargo, come se ad assopirsi, insieme al Vecchio Occultista, fosse stato l’intero arredo del suo scrittoio, e gli incunaboli, i fogli sparsi di pergamena, gli inchiostri e le penne d’oca.

Il primo oggetto che mise a fuoco distintamente fu l’antica clessidra araba. L’ampolla di vetro inferiore era colma di sabbia, la superiore era vuota.

La fedele compagna che scandiva il tempo sembrava essere caduta anche lei nell’inerzia, avvolta in quell’atmosfera di sogno che si era appropriata dell’essenza stessa delle cose.

Era il segnale tangibile che un giorno era trascorso e il Vecchio Occultista lo recepì distintamente, tornando a sentire il peso degli anni e l’incalzare degli eventi.

Non rimpianse però le ore passate. Senza quel viaggio e quelle visioni probabilmente non avrebbe attinto quella, a dir poco, straordinaria intuizione.

Impresse nitidamente nella sua memoria erano ancora le Voci dei Tarocchi. Cominciò a disegnare col lapis la Rota così come l’aveva vista, quasi per interrogare il destino sulle sorti di Bèziers.

Gli era balenata come un lampo l’idea di fissare i momenti più importanti del suo sogno, attraverso una specie di racconto figurato dei vari Arcani che da poco aveva finito di percorrere.

Il risultato era un’iniziazione ed una purificazione, nel medesimo tempo, della natura corrotta dell’uomo, per uscire dalle tenebre e ritrovar le stelle.

Sul momento il risultato grafico gli parve deludente, perché personalmente non possedeva le qualità artistiche di cui il progetto abbisognava.

Poi si rammentò di quel giovane ebreo di Toledo, pittore di talento, che era suo estimatore, discepolo ed amico, mente aperta con il quale era facile dialogare ed intendersi.

Il Vecchio Occultista, restio a condividere certi segreti, ebbe la consapevolezza che da solo non avrebbe salvato nulla del suo prezioso manoscritto.

Osservò le rughe della propria mano un poco malferma e sulle proprie fibre contò i giorni che gli restavano da vivere, poi osservò attraverso la grande finestra le mura della città e dalle crepe dei mattoni misurò la solidità e la resistenza della fortificazione urbana e contò le lune che ancora avrebbero illuminato le ultime notti degli Albigesi. Anche la città di Bèziers, come il suo corpo, era prossima all’estinzione. Là il destino di Occultista l’aveva chiamato e la Ruota indicava un comune tramonto nel medesimo giorno. – Vedi figliolo, apparentemente é un volgare mazzo di carte da gioco, che può servire come passatempo innocuo, o essere usato da un abile illusionista che, con i suoi trucchi ben dissimulati, guadagna la buona fede degli sciocchi e intasca qualche moneta per la sua borsa.

Il villano, il baro, l’incallito giocatore, in qualsiasi tipo di icona non riusciranno a vedere niente di più che un mazzo di carte per sfidare la sorte e tentare la fortuna.

I moralisti, i religiosi, i pii vi scorgeranno lo spiraglio del vizio, l’impronta del Male, la presenza nascosta del Diavolo e si faranno il segno della croce, per tenersi lontani, il più a lungo possibile, dalla tentazione peccaminosa del gioco.

In realtà figliolo questa bozza elementare ed approssimativa di carte, che tu saprai, se vorrai, migliorare e vivificare, grazie alle tue doti naturali di artista, illustra un insieme di concetti filosofici condensati in immagini, in simboli, che solamente la persona colta, curiosa e sensibile é in grado di apprezzare, di approfondire e meditare.

Ogni icona ha un preciso significato e contiene un particolare messaggio che si presta ad essere letto da angolature differenti.

E’ l’indeterminato che conferisce fascino alla icona, ne accentua l’interesse, stimola l’analisi, agisce come la calamita, attirando l’attenzione ed aprendo la discussione.

L’inconveniente di un Libro sta nell’essere già definito e detto una volta per tutte, per cui, il più delle volte é letto e proposto in maniera dogmatica e si presta ad essere lo strumento del potere di coloro che lo interpretano da un lato, posti di fronte a coloro che si limitano ad ascoltarlo passivamente dall’altro.

E’ il caso del Vangelo che viene monopolizzato da una istituzione che nulla ha a che fare con l’originario spirito pauperistico e comunitario degli Apostoli di Gesù.

E poi sappiamo bene che un Libro, essendo strumento di persuasione, si presta ad essere riprodotto solo in alcune parti. Può essere censurato in vari modi, alterato nelle sue parti più importanti e mutare totalmente nella sua natura ed infine può essere bruciato congiuntamente con il suo Autore; se é il caso di inscenare un grande spettacolo per le folle, che si lasciano sempre impressionare dal fuoco.

L’immagine di questi Tarocchi, apparentemente muta, é più versatile e loquace di quella di un Libro.

Quasi sicuramente il credo dei Catari, che si concentra in questa città, sarà estirpato con la forza. La comunità intera sarà sterminata, affinché la piaga eretica non si propaghi.

Queste carte invece sopravvivranno e conserveranno intatto tutto lo spirito polemico degli eretici, dissimulato entro suggestioni cabalistiche, influssi astrali.

Nel corso dei tempi queste effigi saranno immortali come le Piramidi Egizie e avranno accumulato un’energia praticamente inesauribile.

Su questi Tarocchi si condenseranno le forze mentali di tutte quelle persone che li studieranno, li maneggeranno, li useranno per conoscere le proprie e le altrui sorti e vi proietteranno le proprie aspettative psicologiche, le paure e le speranze.

Il mistico si mescolerà all’agnostico. Lo scettico alimenterà lo spirito esoterico. Tutti rafforzeranno il mistero che ho voluto con tanta determinazione velare.

Gli Arcani sono creature vive, parlanti. Solo il Saggio, in possesso delle quattro virtù ermetiche fondamentali, sa come farli parlare e sa ascoltare la loro Voce. –

E il Vecchio Occultista affidò al giovane amico e discepolo, entro un cofanetto di legno di legno scolpito a mano, il frutto della sua ricerca cabalistica perché realizzasse nella sua città natale, Toledo, al riparo da ogni immediata persecuzione, quei Tarocchi che una persona senza talento artistico non avrebbe mai saputo dipingere.

Cosa sono i tarocchi e come vengono usati dalle cartomanti

Cosa sono i tarocchi e come vengono usati dalle cartomanti

Che cosa sono i tarocchi?

I tarocchi sono un mazzo di carte da gioco che sono stati introdotti per la prima volta nell’Italia settentrionale durante il Quattrocento, per poi diffondersi tra il Seicento e il Settecento.

Sono composti da 78 carte (56 arcani minori e 22 arcani maggiori) e sono usate per i giochi di presa, per conoscere meglio se stessi e per predire il futuro. Infatti, a partire dalla fine del Settecento, si sono sviluppate scuole di pensiero che associano i tarocchi alle tradizioni mistiche e alla cabala. Queste teorie esoteriche furono propugnate da massoni e occultisti e furono elaborate completamente da Papus e Oswald Wirth.

Nell’Ottocento dominava la Scuola francese dei Tarocchi, che fu soppiantata all’inizio del Novecento dalla Scuola inglese grazie anche agli esoteristi Arthur E. Waite e Aleister Crowley, ai quali si deve la nascita di due mazzi molto noti. Infatti bisogna tenere a mente che esistono varie tipologie di tarocchi: il tipico mazzo è costituito dalle carte tradizionali alle quali si aggiungono il Matto e i 21 Trionfi, numerati e illustrati con animali, figure umane e mitologiche.

I Trionfi e il Matto rappresentano gli arcani maggiori, mentre le carte tradizionali sono gli arcani minori e sono suddivise in 4 semi (italiani o francesi), ognuno di 14 elementi. Invece in alcuni tipi di mazzi (il tarocchino bolognese o il tarocco siciliano) il numero di carte è minore. In altri casi tutte le carte dei tarocchi rappresentano delle icone dai significati reconditi, cioè simboli e archetipi da interpretare per poter predire il futuro e le conseguenze di un dato comportamento.

Come leggere i tarocchi

I tarocchi sono sia elementi esoterici che carte da gioco: di conseguenza uniscono due mondi diversi. Quando si leggono i tarocchi bisogna tenere a mente che si tratta di simboli universali che veicolano messaggi archetipici da interpretare di volta in volta, in base a ciò che la carta estratta rappresenta per il consultante e al caso specifico.

Infatti, a differenza di quanto si pensa spesso, è il consultante e non il cartomante a estrarre le carte dopo essersi concentrato su un determinato settore della propria vita: in questo modo è l’inconscio a influenzare l’uscita di un arcano invece di un altro. Secondo le teorie esoteriche l’inconscio conosce già la risposta alla domanda che ci si pone e comunica la risposta attraverso la carta estratta.

Quindi il cartomante aiuta il consultante nell’interpretazione del messaggio in base al significato corrente attribuito all’arcano.

Cartomanzia in Svizzera

Anche gli svizzeri possono richiedere consulenze di cartomanzia e di lettura dei tarocchi.

Da svariati anni sono nati centri di cartomanzia telefonica che permettono di parlare con sensitivi italiani anche se si risiede in terra svizzera.

Uno dei pionieri di questa categoria è sicuramente cartomanziaseria.ch, un portale interamente dedicato alla cartomanzia telefonica a basso costo per italiani che vivono in Svizzera.

Farsi leggere i tarocchi, magari gli arcani maggiori, non è mai stato così semplice. Basta telefonare, da fisso o cellulare, al numero presente sul sito per collegarsi immediatamente con una cartomante professionista h24.

Quali sono gli arcani più potenti?

Gli arcani maggiori sono quelli più importanti perché rispondono dettagliatamente alla domanda posta e alle circostanze della particolare situazione nella quale ci si trova. Invece gli arcani minori riguardano la propria sfera personale e il mondo interiore, quindi permettono di conoscere meglio se stessi e hanno il ruolo di corollario. Ad esempio il Matto indica una persona priva di direzione, che non ha ancora coscienza di sé e che quindi potrebbe arrivare ovunque.

Di conseguenza può essere un elemento di debolezza oppure una caratteristica da sfruttare e può essere interpretato come un avvertimento o come un invito a essere spontanei e lasciarsi andare. Al contrario il Bagatto (chiamato anche il Mago) si distingue per avere l’abilità e le conoscenze per creare la propria realtà e realizzare i propri obiettivi, utilizzando in maniera intelligente gli strumenti a sia disposizione.

Questa carta è un incitamento a proseguire per la propria strada per realizzare un progetto, portare a termine un obiettivo e diventare padroni di se stessi. Inoltre bisogna tener conto anche della sequenza delle carte per definire logicamente oppure temporalmente la risposta. Infatti secondo alcune scuole la seconda carta rappresenta il presente, la prima il passato e la terza il futuro.

A seconda della combinazione delle carte il significato finale del messaggio può essere molto diverso: per questo motivo il ruolo del cartomante risulta molto importante, in quanto decifra le comunicazioni dell’inconscio.

La storia dei tarocchi arcani maggiori e minori

La storia dei tarocchi arcani maggiori e minori

La storia dei tarocchi parte da lontano, a partire dalla fine del XIII secolo, quando se ne trovarono delle tracce in diversi documenti. Si ritiene però che la loro origine sia molto più antica e risale alla terra dei misteri: l’Egitto.

Oggi, i tarocchi vengono utilizzati dalle cartomanti per fare consulti personalizzati, soprattutto di persona e al telefono. 

Una lettura a basso costo ormai costa davvero poco. In passato, invece, la cartomanzia e i tarocchi erano un lusso riservato a pochissime persone.

Da dove provengono i tarocchi?

Anche se non c’è uno scritto certo sull’inizio della storia dei tarocchi, si presume siano stati i Mamelucchi egizi (soldati del califfato) a importare i loro tarocchi in Europa.

Queste carte non erano molto dissimili da quelle usate oggi e avevano come semi i denari, i bastoni da polo, le coppe e le spade. Vi ricordano le carte napoletane vero?

In effetti questa tipologia di semi è stata ampiamente utilizzata in Italia, in Spagna e in Portogallo.
Ed è proprio in Italia che si ha un riscontro dei primi tarocchi, nel 1442, alla corte di Ferrara. Qui Leonello d’Este commissionò una decorazione di un mazzo di carte al pittore Jacopo da Sagramoro. Nello stesso registro, qualche anno dopo, si fa riferimento a un mazzo di carte economico, segno che la diffusione di questo prodotto era ampia e diffusa.

E solo grazie alla famiglia Visconti che è possibile ereditare una prova tangibile della loro esistenza, con un mazzo decorato da Bonifacio Bembo e con l’affresco “Il gioco dei tarocchi” del Palazzo Borromeo di Milano, risalente alla fine del 1440.

Dalle corti di Ferrara, Milano e Bologna, il gioco delle carte si diffuse in tutta Italia e in Europa con le proprie varianti e peculiarità.

Dal gioco ai tarocchi

Inizialmente usate come carte da gioco, in diversi documenti infatti sono state ritrovate diverse regole del gioco ma l’utilizzo dei tarocchi come arte divinatoria ed esoterica è accennato nell’opera “Il caos del tri per uno” di Merlin Cocai dove il carattere di un personaggio viene descritto sulla base di una carta da tarocchi.

Certo è che le illustrazioni dei tarocchi e i loro personaggi risultavano talmente allegoriche da essere usate per sonate, poesiole, frasi e motti durante le feste a corte.

Proprio queste interpretazioni e giochi verbali posero le basi per la vera e propria storia dei tarocchi.
Si dovrà aspettare il XVII secolo per vedere i tarocchi usati come strumenti per la cartomanzia nella città di Bologna e, un secolo più tardi, con una nota occulta al fenomeno.

Furono in particolare Antoine Court de Gébeline e Etteilla a pubblicare degli scritti molto interessanti in cui asserivano la parentela dei tarocchi con i Libri di Thot, scritti che raccoglievano importanti predizioni future, che erano stati codificati con appositi simboli dai sacerdoti egizi, con il fine di tramandarli alle generazioni future senza temerne la distruzione.

I tarocchi storici

Sono diversi i tarocchi che hanno scritto la storia.

I primi in ordine storico sono i Tarocchi del Mantegna, del XV secolo, divisi in due serie illustrate da due diversi artisti e dall’utilità ancora incerta dato che, pur avendo 5 gruppi di simboli, mancano completamente i semi e i soggetti principali.

I tarocchi di Marsiglia non hanno una data precisa, si presume siano nati in Lombardia e diffusi in Francia. La simbologia è infatti latina e i semi molto simili a quelli delle carte italiane del tempo.
La forma attualmente usata dei tarocchi deriva dai Trionfi marsigliesi e solamente nell’Ottocento si è assistito ad una vera e propria scuola dei tarocchi, con vivo interesse anche da parte di molti artisti italiani e non.

In epoca contemporanea è opportuno sottolineare come personaggi di spessore come Dario Fo si siano dedicati all’interpretazione e alla simbologia dei tarocchi, realizzando nuovi mazzi personalizzati, segno che i tarocchi non sono giochi da bambini ma che molto vi è nascosto al loro interno.

Chi utilizza la cartomanzia telefonica?

Chi utilizza la cartomanzia telefonica?

Il sistema di cartomanzia telefonica 899 è sicuramente tra i più utilizzati in assoluto. Stiamo parlando di un servizio di assoluto livello in grado di rigenerare anche chi è in crisi con se stesso e con gli altri e non riesce a riprendere le redini della proprie vita.

Perché affidarsi alla cartomanzia telefonica 899

Numerosi clienti sono alla costante ricerca di un servizio in grado di garantire serietà ed affidabilità grazie ad uno staff di cartomanti esperte nel proprio settore. La cartomanzia telefonica 899 nasce proprio per soddisfare tale esigenza e scegliere un sito Web in grado di costituire un autentico punto di riferimento in un ambito in continua evoluzione.

Ovviamente, bisogna saper selezionare la realtà in grado di offrire funzioni di alta qualità a costi più che ragionevoli. Secondo l’immaginario collettivo, le telefonate ad un numero che inizia con tale prefisso implicano prezzi esagerati, quasi insostenibili per l’utente medio.

Nulla di più falso: è sufficiente trovare il portale che faccia al caso del cliente e lo conduca verso la strada giusta nella vita di tutti i giorni.

Il consulto dei tarocchi per vivere meglio

Chi proprio non riesce a rimettere a posto i tasselli della propria vita, può tranquillamente affidarsi alla cartomanzia telefonica 899.

Quest’ultima consiste nella lettura accurata di tarocchi da parte di chi conosce alla perfezione tale settore e sa fornire le risposte necessarie per un’esistenza più tranquilla o elettrizzante. In origine, il consulto dei tarocchi serve a sostenere l’essere umano nelle sue vicende quotidiane.

Viene considerato come una sorta di predizione del futuro, ma in realtà è un insieme di consigli che possono consentire ad ogni cliente di intraprendere il percorso ideale. Ragionare su se stessi e sulle proprie azioni è fondamentale per sapere come muoversi anche in situazioni alquanto intricate.

Le situazioni maggiormente richieste alla cartomanzia telefonica 899

Chi si affida ad un servizio di cartomanzia telefonica 899, intende effettuare richieste specifiche. Ma quali sono quelle più desiderate? Quali sono gli ambiti maggiormente ricercati dai clienti che si affidano ad una cartomante?

Prima di tutto, in molti chiedono predizioni e informazioni riguardo all’amore. Si tratta del bene più imponderabile, in quanto non dipende soltanto dalla persona che intende fare una richiesta ad una veggente, ma anche da chi è oggetto di tale ricerca. L’amore nasconde una lunga serie di possibili variabili delle quali è necessario tenere conto.

Quindi, in tanti desiderano sapere di più riguardo alla loro salute, che deve consentire un corretto esercizio delle proprie funzioni. Infine, un occhio attento viene rivolto anche ai soldi e al lavoro, due elementi spesso strettamente collegati che aiutano in qualche modo a vivere meglio. Un mix di tutti questi fattori può condurre alla massima realizzazione personale, sotto tutti i punti di vista.

Per una realtà senza filtri

In pratica, chi vuole chiedere informazioni alla cartomanzia telefonica 899, ha tutta l’intenzione di scoprire il proprio futuro senza alcun filtro. La realtà viene raccontata dalle cartomanti con i loro tarocchi esattamente così com’è e come dovrà essere. Sta al cliente saper interpretare ciò che gli viene riferito ed agire di conseguenza, sempre proiettando le carte verso la sua situazione personale.

L’uso dei tarocchi e della cartomanzia nell’antichità

L’uso dei tarocchi e della cartomanzia nell’antichità

Tarocchi e cartomanzia hanno delle origini talmente remote da fondersi e formarsi di pari passo insieme alle più antiche culture umane.

Anche se i tarocchi che noi conosciamo oggi, quasi certamente affondano le loro radici nel periodo medievale, e si sono conservati immutati nei secoli, esistono numerose teorie che li fanno risalire a periodi storici molto più remoti.

L’avvento di internet e della telefonia mobile ha modificato radicalmente il settore della cartomanzia e, in particolare, quello dei consulti telefonici. La cartomanzia telefonica moderna infatti è basata su numeri a valore aggiunto in grado di mettere in comunicazione i consultanti con le cartomanti professioniste, in tempi brevi e a costi davvero bassi.

La cartomanzia con carte egizie

Secondo alcuni attendibili studi, ad esempio, l’uso dei tarocchi e della cartomanzia risalirebbe al XXII secolo a.C in Egitto, e le carte sarebbero direttamente derivanti dal libro di Thoth e più precisamente dai geroglifici contenuti al suo interno, che rappresentavano un mix di conoscenza e credenze religiose, inizialmente interpretabili esclusivamente dai sommi sacerdoti che sapevano leggere nel modo corretto questo alfabeto geroglifico intriso dai diversi elementi culturali e religiosi.

Se, però, si cerca di andare per analogie, i tarocchi presentano moltissime similitudini con I Ching, il libro risalente a oltre tremila anni fa che custodisce gelosamente l’antica saggezza cinese e che si avvale dell’estrazione di 64 esagrammi come strumento di divinazione. Dal momento che le carte da gioco così come la semplice carta e la sua stampa sono invenzioni assolutamente cinesi, questo accredita ancora di più l’ipotesi che l’uso dei tarocchi abbia avuto origine in Cina, analogamente all’arte divinatoria dell’estrazione degli esagrammi.

Secondo altri studi, i tarocchi videro la luce nel XV secolo d.C nel nord Italia, per esattezza alla corte del duca di Milano, Visconti. Lo attesterebbero numerosi documenti di corte e il ritrovamento di carte con i tipici semi prettamente italiani: spade, bastoni, denari, coppe.

Da Cicerone agli antropologi attuali, passando per gli scettici, numerosissimi studiosi hanno provato a risalire alle origini reali della cartomanzia e dell’uso dei tarocchi, dedicando alla ricerca enormi risorse in termini di tempo e di studio.

Divinazione e pratiche divinatorie sembrerebbero avere origine, quindi, dalla notte dei tempi. La divinazione esiste, infatti, in svariate forme e con diversissimi rituali, in tutto il mondo e in tutte le culture.

Astrologia e astronomia

La pratica divinatoria più radicata in ogni paese del nostro pianeta è senza alcun dubbio l’astrologia, a cui sono collegate pratiche divinatorie minori, più che altro legate ad una sorta di localizzazione geografica, come l’epatoscopia, cioè il culto del fegato degli animali, o quello delle foglie del the, o la grafologia, nata come pratica divinatoria, conosciuta appunto come grafomanzia, e successivamente riconosciuta dalla comunità scientifica come studio della scrittura che risulta essere una vera e propria scienza a tutti gli effetti.

Subito dopo l’astrologia, la pratica divinatoria più diffusa e conosciuta a livello planetario risulta essere la cartomanzia, ossia la predizione di eventi futuri tramite la consultazione e successiva lettura di carte figurate, effettuata a cura di un esperto della materia.

L’occultista Eliphas Levi, vissuto nel XIX secolo, pose l’accento sulla cartomanzia e sui tarocchi, sdoganandoli dallo status di semplice gioco o passatempo, ma individuando in essi un profondo e nascosto simbolismo. Grazie ai suoi studi, Lèvi divenne presto il punto di riferimento per gli esoteristi di tutto il mondo. Secondo lui, infatti, i tarocchi, che ispirarono i libri sacri di tutti i popoli più antichi, costituiscono la vera chiave di lettura della conoscenza umana e soprannaturale.

Il più antico mazzo di tarocchi arrivato fino ai nostri giorni è appartenuto alla famiglia di nobili, i Visconti di Modrone, dalla quale trasse anche il nome che gli venne attribuito, molto probabilmente, per identificare coloro che lo commissionarono a metà del XV secolo. Esso si compone di 67 splendide carte, realizzate con la tecnica della pittura a mano su lamina d’oro o d’argento a seconda che si tratti di trionfi e carte di corte o di semplici carte numerali. E’ presente, nelle carte di denari, la raffigurazione della moneta in vigore a quel tempo nel ducato di Filippo Maria Visconti a conferma del periodo storico di riferimento, ma la struttura delle carte di corte del mazzo non è quella conosciuta e presente anche nel periodo attuale.

Questo lascia intuire che il mazzo Visconti di Modrone, oltre ad essere stato identificato con differenti nomi (Tarocchi dei Visconti di Modrone; Tarocchi Cary-Yale; Tarocchi di Filippo Maria Visconti) potesse appartenere ad una prima fase di sperimentazione dell’uso dei tarocchi, per molti versi differente da quella che si è successivamente sviluppata in molti paesi del mondo, e arrivata immutata fino ai nostri giorni.

Altri studi, infine, collocano l’origine dei tarocchi nell’Antico Egitto: in particolare, Antoine Court de Gébelin, nel suo libro, Le monde primitif, fa risalire alla più antica civiltà egizia la vera forma di conoscenza e del sapere occulto, conoscenza che però andò perduta insieme alla civiltà egizia che crollò e si sgretolò dando vita a tutte le culture e religioni che oggi conosciamo.

Lettura tarocchi al telefono: tramite numeri 899 ottieni consulti personalizzati da esperte

Lettura tarocchi al telefono: tramite numeri 899 ottieni consulti personalizzati da esperte

La lettura dei tarocchi al telefono risulta essere un servizio che, molte persone, decidono di sfruttare per poter avere una piccola panoramica che riguarda il futuro di quella stessa persona, cosa che non bisogna assolutamente sottovalutare.

Come, i tarocchi, permettono di conoscere il futuro

Il futuro, mediante i tarocchi, potrà essere scoperto in maniera abbastanza semplice visto che, ad offrire il servizio, sono delle persone esperte del settore che hanno, come compito, proprio quello di offrire una panoramica stessa sulle diverse argomentazioni che vengono proposte e richieste dal cliente stesso.

lettura tarocchi al telefono

Bisogna mettere in risalto come, tale tipologia di servizio, sfrutta diverse tipologie di letture dei tarocchi stessi: questo permette di poter ottenere il massimo livello di precisione nella comprensione di quanto viene detto da parte delle esperte che, con un’attento modo di fare, saranno in grado di garantire tutte quelle risposte che, generalmente, non vengono offerte ad una persona con un consulto che avviene in maniera differente rispetto quella telefonica.

Sarà quindi importante cercare di mettere in risalto come, questo servizio, potrà essere personalizzato in maniera completa, cosa che rende maggiormente utile lo sfruttare questo particolare tipo di proposta che, nel corso degli ultimi anni, è divenuta una costante.

Come è possibile personalizzare il servizio

Questo particolare tipo di servizio potrà essere personalizzato in maniera differente, puntando ad esempio sul tipo di problema che si vuole risolvere in maniera completa.

Una sensitiva potrà quindi essere spinta nel concentrarsi su determinate problematiche di quella persona, come ad esempio un dubbio sulla situazione sentimentale oppure su quella economica e lavorativa, cosa che non bisogna assolutamente sottovalutare.

Sarà molto importante parlare anche del fatto che, questo servizio, potrà essere personalizzato anche sul tipo di lettura dei tarocchi, cosa che rende maggiormente utile la lettura tarocchi al telefono.
Sarà possibile poter riuscire ad ottenere quel tipo di consulto che risulta essere preciso ed immediato e che garantisce la concreta opportunità di poter ottenere una vasta serie di informazioni che sono completamente differenti tra di loro.

Da parlare anche del fatto che, questo particolare tipo di proposta, che viene garantita da delle vere e proprie esperte, offre pure la lettura di altri tipi di tarocchi rispetto a quello che risulta essere classico.
Non esistono solo i tarocchi semplici, ma anche quelli Gabbiano, Egiziani e tantissimi altri.

Il cliente avrà quindi la concreta opportunità di poter scegliere il tipo di consulto da sfruttare, cosa che garantisce la possibilità di poter ricevere la risposta ideale a tutte le proprie domande, senza che vi possano essere complicazioni di ogni genere.
Pertanto, la lettura tarocchi al telefono risulta essere abbastanza vasto come servizio ed il team di 899 permette di poter sfruttare la professionalità di una vastissima gamma di esperte che avranno, come compito, quello di offrire una risposta precisa e concisa a quella particolare domanda che viene posta da parte del suo cliente.

Di conseguenza, con questo servizio, si potranno ottenere tantissimi vantaggi che non devono essere sottovalutati.
La cartomanzia telefonica riesce quindi a garantire quel tipo di panoramica che sarà in grado di offrire delle risposte e soprattutto riesce ad analizzare le cause, conseguenze e tantissime altre tipologie di dettagli che riguardano quel tipo di problematica.

Sarà quindi possibile poter ottenere un grande successo grazie a tale tipo di servizio che viene offerto da delle vere e proprie esperte che garantiscono tutte le risposte a tutte le domande che le verranno poste.

Lettura dei tarocchi telefonica per risolvere i problemi d’amore

Lettura dei tarocchi telefonica per risolvere i problemi d’amore

I problemi d’amore, troppo spesso, tendono a complicare la vita di una persona: ecco quindi che, con un consulto al telefono di lettura tarocchi, questa particolare situazione potrà essere risolta nel miglior modo possibile, senza complicazioni ulteriori.

L’amore: è possibile risolvere i suoi problemi coi cartomanti?

Al giorno d’oggi, con la cartomanzia al telefono, la risoluzione di determinati problemi potrà avvenire in maniera semplice.

Anche per l’amore è possibile poter ottenere lo stesso risultato, ma bisogna prestare attenzione ad un dettaglio particolare.

La consulenza mira a cercare una soluzione che sia ragionevole per quel determinato tipo di problema.

I cartomanti, consultando i tarocchi, cercano di capire quale potrebbe essere il futuro della persona che effettua la telefonata nel caso in cui questa decide di compiere una determinata azione.

Grazie alla lettura dei tarocchi, la scelta migliore potrà essere effettuata da parte della persone che telefona: con l’analisi delle carte sarà possibile scoprire quale risulta essere la mossa migliore da compiere per poter risolvere un determinato problema e quali sono le conseguenze che derivano da una particolare azione.

Non ci saranno segreti per l’ambito dell’amore con la lettura dei tarocchi: grazie all’esperienza ed attenzione dei cartomanti, il futuro di quella persona potrà essere predetto con molta precisione e la risoluzione del problema potrà essere colta.

Ovviamente spetterà poi al cliente cercare di effettuare la scelta che reputa maggiormente adatta alla sua situazione: il cartomante non gli imporrà alcun tipo di ordine ma gli darà dei consigli dettagliati, analizzando quali potrebbero essere le situazioni che si verranno a creare nel caso in cui, il suo consiglio, non dovesse essere seguito.

Che problemi possono essere risolti con la lettura dei tarocchi

Il consulto al telefono di lettura tarocchi permette di risolvere diversi problemi: primo di questi potrebbe essere quello di un passeggero momento di crisi col proprio partner.

I litigi con la persona con la quale si ha una relazione stabile, in un determinato periodo della storia d’amore, potrebbero essere frequenti: opinioni divergenti, scelte errate, problemi economici ed altri sono all’ordine del giorno ed in un particolare momento la tensione potrebbe essere alle stelle nella coppia.

tarocchi 899Il consulto telefonico servirà quindi a capire quale sarà il futuro della coppia e soprattutto sarà possibile scoprire quali sono le strade migliori da percorrere in maniera tale che, la situazione, possa essere risolta in maniera ideale.

I problemi d’amore possono anche riguardare un ex: una persona potrebbe essere ancora legata al suo ex e proprio per questo motivo potrebbe richiedere un consulto telefonico che consiste nel domandare al cartomante se, un vecchio amore, potrebbe tornare ad essere presente nella propria vita.

In questo caso sarà possibile scoprire se conviene ancora sperare in un ritorno di fiamma oppure se cambiare completamente pagina e iniziare una nuova relazione che, secondo i tarocchi, risulterà essere migliore e caratterizzata da gioie infinite.

Tantissimi altri problemi d’amore potranno essere risolti grazie a questo particolare servizio, il quale dovrà essere selezionato con attenzione.

Gli esperti consulenti dell’amore

Per poter ottenere delle risposte che sono precise e senza che queste possano lasciare dubbi nella mente di una persona, sarà importante sfruttare il consulto al telefono di lettura tarocchi dell’amore.

Si tratta di una pratica che esclude tutti gli altri ambiti e che si focalizza appunto solo ed esclusivamente sulle situazioni sentimentali.

Scegliere questo tipo di proposta significa ottenere delle risposte che saranno maggiormente dettagliate ed in grado di offrire una risposta completa a tutte le proprie domande.

Il cartomante esperto analizzerà la situazione ed offrirà la soluzione che gli viene data dalle carte, cosa che permetterà la risoluzione di determinati problemi che riguardano solo ed esclusivamente la sfera emotiva di una persona, che potrà scegliere la mossa giusta da effettuare.